RIABILITAZIONE IN ETA
PEDIATRICA
PCI:
DEFINIZIONE: La PCI è una turba persistente ma non immutabile della postura e del movimento, dovuta ad alterazioni della funzione cerebrale per cause pre-post-perinatali, prima che se ne completi la crescita e lo sviluppo.
Intervento del riabilitatore è di tipo educativo ( sviluppa compensi, adattamenti dell’individuo all’ambiente per permettere l’autonomia e la funzione)
Il danno si deve instaurare entro i tre anni di vita oltre questo periodo la patologia è simile ma viene specificato
Problema cognitivo, relazionare motorio
Paralisi dello sviluppo e sviluppo della paralisi = tipo di relazione che l’individuo cerca di costruire con l’ambiente.
Presupposti :
la famiglia deve riconoscere e investire sul bambino affetto da pci (identificazione e investimento)
separazione del bambino accolto da quello desiderato, cercare di portare cmq al processo di attaccamento.
Evitare la fisioterapia come intervento miracoloso: trasformare il b.no reale in quello immaginario
Sindrome da ulisse: fuga verso le proposte più attraenti
Primo obiettivo: rendere comprensibile alla famiglia lo sviluppo della paralisi
Sviluppo: rispetto delle scadenze entro cui l’individuo deve aver acquisito la funzione motoria.
Paralisi anche come paura del movimento che genera disagio paura sconfitta
Trattamento come: ricerca del repertorio motorio, azione, occasione, provocazione e allineamento alle regole che vincolano il rapporto individuo- ambiente.
Prendere in considerazione:
gli aspetti che compongono il quadro clinico
individuare la problematica essenziale.
risposte funzionali attuate attraverso i compensi
capacità di apprendimento motorio è un elemento prognostico in quanto rappresenta la capacità del soggetto di imparare e conservare condotte motorie nuove e alternative, utilizzabili per scopi funzionali.
modificare la pci in relazione alla capacità di apprendere
apprendimento acquisito: capacità di ritenere le informazioni apprese selezionandole
attenzione alla percezione e all’intenzione
le esperienze gratificanti vengono fissate più facilmente nella memoria, quelle che comportano disagio saranno facilmente rimosse
la riabilitazione come esperienza gratificante che trasmette il piacere del movimento
APPRENDIMENTO MOTORIO :
progresso : capacità di scomporre per riutilizzare, selezionare per trasferire, disordinare per ricostruire secondo le stesse regole ma in nuove forme, in altri contesti, per altri scopi quanto si è acquisito
capacità di trasportare quello che si impara nel setting terapeutico al proprio ambiente di vita.
Punto di vista percettivo:
programmazione e pianificazione del movimento comportano un bilancio previsionale delle informazioni percettive che si andranno a cogliere realizzando un controllo continuo di ciò che si sta compiendo. Se dal bilancio si ricava un’intollerabilità: l’indicazione al movimento verrà interrotta indipendentemente dalla validità del programma motorio. (es spasticità reattiva del bambino cado-cado che non potendo tollerare le informazioni raccolte preferisce stare fermo)
Mancanza del consenso percettivo all’azione per intolleranza.
Intensionalità:
_ curiosità: bisogno di conoscere
_propositività : capacità di produrre delle perturbazioni sul mondo per raccogliere e selezionare le informazioni necessarie alla costruzione dell’esperienza
= aspetti fondamentali per la prognosi di PCI
Chi prova piacere nell’agire modifica le proprie funzioni in senso adattativo assumendo un atteggiamento sempre più adeguato allo sviluppo.
Riabilitazione:
motivazione del soggetto
capacità di apprendimento
piacere e soddisfazione provati nell’agire per conservare l’esperienza
Setting terapeutico:
scopo terapia: produrre una modificazione stabile e migliorativa delle funzioni in senso adattativo
scopo dell’educazione: integrazione del bambino con il tessuto sociale
scopo dell’assistenza: far raggiungere e mantenere al bambino e alla famiglia il massimo benessere possibile inteso come qualità di vita
terapia: cambiamento delle abilità del soggetto.
Pci e apprendimento Motorio:
capacità di apprendimento = grado di modificabilità della paralisi (tempi, modi, utilità del trattamento)
capacità di apprendere, percezione, intensionalità, sviluppo cognitivo, sviluppo affettivo = prognosi funzionale
acquisizione: capacità del soggetto di selezionare e conservare quanto appreso per la sua attuazione in altri contesti, per altri scopi (progresso). Se il bambino non è in grado di compiere progressi ma l’apprendimento rimane circoscritto all’ambiente di apprendimento la terapia perde significato e diventa assistenza.
Il punto di vista percettivo: intensità, attenzione e tolleranza percettiva:
movimento corretto = corretta informazione percettiva questo condiziona la capacità di recupero del soggetto.
Due tipi:
chi ha un buon repertorio motorio ma scarsa sensibilità
chi ha una buona sensibilità ma uno scarso repertorio motorio: i tirati su percepiscono l’informazione ma non vi prestano sufficiente attenzione, è in grado di correggersi se viene stimolato dall’esterno ma non è in grado di farlo autonomamente
terapia come aumento delle risorse e del repertorio del b.no per adattarsi e interagire con l’ambiente (sviluppo della paralisi) in relazione alla motivazione e alla volontà di relazionarsi con l’ambiente esterno.
Accoglienza e investimento della famiglia e dell’ambiente sul b.no e sulle sue possibilità come spinta a crescere.
Ruolo della fisioterapia:
sostituire le condotte patologiche con i compensi
guidare, accettando le regole, l’organizzazione soggettiva dello sviluppo nel suo adattamento continuo all’ambiente.
Efficacia del trattamento in base a : definizione della via di sviluppo seguita dal bambino, delle deviazioni e dei cambiamenti possibili.
Paralisi: immobilità nello spazio e nel tempo <gravità>
Bisogno di essere visti:
autostima:
qualcuno di importante per noi ci vede e ci riconosce per quello che siamo
sentire di essere riconosciuti e apprezzati dagli altri per quello che siamo
possibilità di esprimerci con un proprio linguaggio personale
il bisogno di essere visti prima di poterci esprimere in termini personali.. se manca facciamo fatica a capire chi siamo e per gli altri rapportarci con noi diventa difficile
Intenzionalità: propositività come provocazione del mondo circostante per poterlo meglio comprendere e giudicare, migliorando gli strumenti di interazione con esso. Piacere nel saper essere, saper fare, saper diventare.
Gioco e riabilitazione: Saper giocare è una delle funzioni compromessa nelle pci: povertà del repertorio motorio, disturbi percettivi, fragilità della motivazione, difficoltà a provare piacere dall’agire: diventa rigido e ripetitivo per la scarsa capacità simbolica e la difficolttà dell’adulto di fornire un sostegno adeguato.
Regole per far giocare:
aver voglia e provare piacere nel farlo
mettere il b.no a proprio agio, farlo scegliere, negoziare regole, strumenti facendolo sentire sempre il protagonista
prima esplicitare poi verbalizzare quanto avvenuto successivamente per aumentare l’autostima (esperienza e risultati)
offrire spazi, occasioni, tempi, possibilità per il gioco nell’ambito normale di vita
sviluppo del gioco in un ambiente sociale che gli dà importanza e lo valorizza.
Permettere al bambino di agire con tutte le qualità degli strumenti
Essere partecipi senza invadere la propositività del bambino
Combattere stereotipie, inerzia, passività, angoscia, eccitazione eccessiva
Sollecitare il riconoscimento degli effetti dell’azione su se stessi e sull’ambiente
Sostenere l’attività simbolica e saperne interpretare i messaggi
Giocattolo: tutto ciò che facilita, consente , favorisce il gioco.: il corpo dell’adulto, o del bambino, l’oggetto occasionale e quello confezionato a tale scopo. Giocattolo come Oggetto transizionale(es colma lo spazio che separa il bambino dalla madre.)
Il gioco ha uno spazio e un tempo, un’esperienza vissuta con continuità spaziale e temporale.
La classificazione :
berlino1966
edimburgo1969
classificazione basata sul concetto di dominanza e stereotipia di particolari moduli motori di movimento(milani gidono 1978)
classificazine che uarda l’aspetto motorio, percettivo, intellettivo, psicologico (ferrari 1990)
concetto di Ferrari dello sviluppo della paralisi come il risultato dell’adattarsi del soggetto, con la sua patologia, all’ambiente: paralisi come risposta alle richieste ambientali da parte del soggetto con il snc leso.
Valutazione del bambino
prime sedute di conoscenza del bambino e della sua famiglia, osservazione interazione b.no-ambiente
richiesta di presa in carico
ricerca delle potenzialità dal generale al particolare:
_rapporto del b.no con gli altri
_contatti graditi e non tollerati
_strategie di comunicazione
_stile percettivo per conoscere l’ambiente
_quali funzioni ha appreso e come le utilizza
_possibilità di autonomia ha acquisito
osservazione attenta e formulazione di domande, ricerca di soluzioni
osservazione della coppia madre-bambino: espressione dei visi, manifestazioni vocali (verbali e non verbali), posizione e contatto corporeo, espressioni attive, ritmo dei turni di ruolo, scelta dell’attività.
Traccia per la valutazione:
scelta della funzione condivisa: cosa fare : richiesta concreta
osservazione:
che cosa fa??
Capacità cognitivo relazionale : il b.no capisce? come reagisce?
Capacità adattative: ricerca di soluzioni?, modifica le strategie in base all’ambiente?
come fa??
Svolgimento del compito: interazione b.no – ambiente, movimenti utilizzati,
definizione del problema principale
obiettivi del progetto riabilitativo:
breve termine: sul problema principale ipotizzato
lungo termine: rispetto alla prognosi
caratteristiche degli obiettivi:
funzionali: risolvere esigenze legate al contesto quotidiano
realistici: adeguati alle reali potenzialità del bambino
modificabili: calibrati o variati in base alla continua verifica dei risultati
PRINCIPALI FORME CLINICHE DI PCI:
tetraparesi grave
tetraparesi moderata (Postura)
diplegia (cammino)
emiplegia (manualità)
atetosi
atassia
Tetraparesi spastica:
disturbo del tono e del movimento grave, raramente simmetrico che interessa in egual misura gli arti inferiori e quelli superiori.
ritardo notevole nello sviluppo motorio
prognosi sfavorevole per la deambulazione autonoma e la manipolazione
frequenti disturbi di : visione(agnosia visiva), epilessia ( spesso nella forma generalizzata), insufficienza mentale (per disturbo della motricità e danno neuropatologico)
spasticità con contratture muscolari, deformità articolari e di assetto del rachide
diagnosi:
_grave : dall’inizio
_moderata: dopo alcuni mesi
Spastico grave:
tono muscolare alto soprattutto nei distretti prossimali: b.no rigido fermo, difficoltà di relazione con l’ambiente.
Il tono varia nelle varie situazioni: a riposo, in attività..
grossa stereotipia del movimento e difficoltà nell’acquisizione di competenze antigravitarie
Eziopatogenesi: periodo prenatale, con alterazione della sostanza bianca periventricolare e sottocorticale con grave compromissione del quadro motorio e dei quadri associati.
Diagnosi precoce a causa del repertorio motorio assai povero e stereotipato (sinergie massive), tono di base molto alto
Prognosi negativa per l’autonomia in quanto il quadro peggiora nel tempo.
Caratteristiche generali:
movimento
difficoltà ad acquisite competenze antigravitarie (balance) povertà di movimento
scarsa modulazione del movimento a seconda del compito stereotipia del movimento
stiffness muscolare:
alterazione grave con ipertono presente in tutti i distretti corporei
alterazione moderata con ipertono:
a tutti i distretti corporei
nei distretti distali
Trattamento:
mira a raggiungere il più alto livello di qualità di vita del bambino e delle persone che lo accudiscono
risoluzione di problemi pratici piuttosto che acquisizione di abilità motorie
Obiettivi di lavoro :
autonomia e qualità di vita:
acquisizione di un buon controllo autonomico (alternanza del ritmo sonno-veglia, stato di quiete-attività, temperatura corporea..)
migliorare la funzione respiratoria
controllo delle funzioni orali (deglutizione, masticazione, chiusura delle labbra)
alimentazione: accettazione di diversi cibi di differente consistenza e sapore
aumento dell’iniziativa nell’interazione ambientale
adattamento a situazioni posturali antigravitarie diverse rispetto a quella supina
utilizzo di strategie per la comunicazione verbale e non verbale
gestione del bambino (sptt genitore)
consigli per una migliore gestione quotidiana del bambino
uso di ausili per il corretto posizionamento
prevenzione degli atteggiamenti scorretti del genitore durante l’accudimento
consigli e verifiche per alimentare il bambino con più facilità e favorirgli alcune funzioni di base entro i primi tre anni di vita
adottare condotte che facilitino la comunicazione duale
trattamento:
promozione dell’iniziativa del bimbo
individuare condotte motorie semplici e finalizzate
posizionamento corretto e diversificato
mantenimento delle caratteristiche intrinseche dei muscoli, articolazioni e connettivo
attenzione e cura del cavo orale per migliorare la funzione respiratoria e alimentare
individuare ausili e ortesi specifici
individuare strategie per migliorare la comunicazione verbale e non verbale
Tetraparesi moderata:
trattamento:
acquisizione di una buona autonomia posturale
acquisizione di uno spostamento funzionale in stazione eretta (differenziare in ambienti protetti e non)
sperimentare precocemente la verticalizzazione tramite diverse posture anche quando egli non può assumerla in maniera autonoma per stimolare i recettori delle info sensoriali di tipo vestibolare, tattile, propriocettivo, sptt della pianta dei piedi (stimolo l’elaborazione delle info)
lavoro per il bambino:
acquisire abilità adattative diversificate in base alle richieste ambientali, con competenze si balance
migliorare l’attenzione percettiva e l’elaborazione delle info sensoriali
autonomia funzionale nelle adl
autonomia nella vita di relazione
lavoro per il genitore
riconoscere le potenzialità del proprio bambino e le difficoltà
accudimento corretto del piccolo
sostegno alla crescita verso l’autonomia e la condivisione delle scelte riabilitative
lavoro per il ft
adattamento posturale del bambino nelle diverse situazioni antigravitarie
integrazione fra problemi motori e percettivi
organizzazione delle competenze prassiche e gnosiche
mantenimento delle buone condizioni articolari, muscolari, connettivali enfatizzandone la funzione
pianificazione delle correzioni chirurgiche e della prescrizione eventuale di ausili e ortesi
valutazione degli aass con avvio alla comunicazione scritta
individuare strategie funzionali per l’autonomia quotidiana
Da cassetta:
solo alcuni pz sono in grado di controllare la postura seduta ed eretta. Uso sptt le posture. Se il b.no deve manipolare non è più in grado di mantenere la postura : contenimento durante l’attività
difficoltà delle funzioni adattative, difficoltà di controllo posturale, visivo, manipolazione, funzioni della vita di relazione. Presa in carico delle varie problematiche: interessa i 4 arti, comp uditiva e visiva, componente orofacciale da paralisi pseudobulbare, ritardo mentale, crisi epilettiche: forma aposturale(flaccida, ipotonico,ipometrico), forma antigravitaria in flessione(schema flessorio fisso, arrivo alla posizione quadrupedica, manipolazione non funzionale), forma antigravitaria a tronco verticale (raggiungo la stazione eretta con aass flessi e aaii estesi, cammino con deambulatore lento, discontinuo, buona abilità manipolativa)
DIPLEGIA
Disturbo del tono e del movimento che interessa i quattro arti con maggiore interessamento degli arti inferiori
Per la diagnosi non c’è uniformità fra le diverse scuole (bobath : distinzione fra diplegico e tetra per l’evoluzione del quadro e le competenze del bambino.) Valutare e osservare il bambino indipendentemente dalla diagnosi
Caratteristiche:
movimenti poveri e poco selettivi, iniziale compromissione degli arti inferiori
difficoltà allo sgambettio e al cammino
reclutamento tonico inizialmente circoscritto agli aaii che aumenta con posture antigravitarie, aumento del tono per stazione eretta e sgambettio
progressiva perdita del repertorio funzionale delle altre parti del corpo
Evoluzione del quadro:
supino : sgambettio con movimenti stereotipati a livello delle caviglie e piedi, schema ripetitivo poco fluido, schema flessorio ed estensorio con gamba che rimane più flessa dell’altra. Controllo capo e aass ok.
Prono : si appoggia sugli avambracci, gli aaii ad atteggiamento asimmetrico. Non può fare il pivoting ( spostarsi con perno sulla pancia) manca estensione anche e abduz/est aaii. Spostamento con gli aass, gli aaii seguono irrigidendosi per lo sforzo.
FORME DIPLEGICHE :
elementi comuni:
difficoltà a :
controllo dei central pattern generators
interrompere la fluenza per segmentare, isolare, singolizzare, invertire il movimento
stabilizzare la reazione di sostegno (tono posturale) allineamento, bilanciamento, soppesamento
percepire correttamente il carico, il movimento, il vuoto circostante
ridurre la velocità (corsa, cammino, arresto)
modificare la direzione della marcia
coordinazione aass con aaii nella marcia
coordinazione dello sguardo con le traiettorie di spostamento
organizzare corrette prassie e gnosie
generalmente: chirurgia
funzionale ortop
Forme Cliniche:
Propulsivi:
supporti aa ss (quadripodi per difesa)
senza supporti aass( aass per difesa)
inclinazione anteriore del tronco, anca flessa, ad anca estesa: passo pendolare con lordosi lombare, schema a forbice, tutori gamba- piede. in entrambi : antepulsione del tronco, bilanciamento sulle punte.
Gonna stretta
supporti aa ss: tronco verticale, capo eretto, aaii con flessione di ginocchio da lato in appoggio, avanzamento in quattro tempi, reazione allo stiramento con bacino retroflesso e lordosi lombare compensatoria . Precoci retrazioni muscolari , chirurgia :ischiocrurali, gastrocnemio, peronei, ipostenia del tricipite surale. Tutori gamba-pied post operatori e fkt al tricipite
senza supporti aass: movimenti pendolari opposti, no rotazioni. Basculamento in retro/antiversione di bacino, flessione del ginocchio in carico
Funamboli
supporti aass (quadripodi come bilanceri)pendolo frontale
senza supporti aass (li lì per)avanzamento propulsivo e veloce, pendolo frontale con tronco flesso e aass abdotti per bilanciamento.
Temerari
prossimali
distali
no disturbi percettivi
Arrivano al cammino, qualcuno poi lo perde, ma tutti giungono alla stazione eretta. Diversi tipi di cammino. Buona la capacità per arresto, inversione, velocità. Interventi di chirurgia funzionale
EMIPLEGIA:paralisi funzionale di una parte del corpo.
Disturbi sensitivi e percettivi
Disturbi dell funzioni corticali superiori, trofismo, crescita, interessamento dei nervi cranici
Disturbi motori (es. discinesie)
Grande varietà dei quadri clinici: (fattori lesionali, individuali, ambientali)
4 forme:
congenita
connatale
infantile o acquisita
distonica
FORMA CONGENITA:
3° mese di gravidanza, di origine sptt vascolare
riparazione in utero per (neuronogenesi, dendridogenesi, sinaptogenesi)
Alla nascita: marcata simmetria di lunghezza e trofismo aaii, meno agli aass, con allineamento complessivo del corpo tuttavia buono.
Arto plegico: non cè proporzione fra trofismo =scadente, funzionalità = buona
Non importanti rallentamenti dello sviluppo neuromotorio
Capacità di sviluppare compensi è eccellente perché l’errore è stabile e il b.no è capace di apprendere e acquisire. Equilibrio complessivo è buono.
Schema del passo: appoggio del piede al suolo con gamba in rotazione interna, e ginocchio allineato. Frequente una varosupinazione aumenta al distacco. Ecqionismo di sospensione e funzionale. delle reazioni sincinetiche al cammino veloce. As distonico ma meno colpito dell’ai., mano aperta, polso flesso, dita a ventaglio, no supinazione spontanea dell’avambraccio..
Buone competenze prassiche. Disturbo percettivo: discriminazione fra due punti e stereognosia.
FORMA CONNATALE :
Danno alla nascita o nel periodo perinatale, di natura anossico-ischemica, eventualmente emorracica. Interessamento corticale, riparazione per dendrogenesi e sinaptogenesi. No differenze significative di trofismo e lunghezza fra gli arti omologhi, compaiono con la differente modalità e impiego funzionale dei diversi emilati.
Problemi associati: disprassia e disturbi corticali superiori, epilessia (20 – 40 %) dell’integrazione motoria e abilità rispetto al congenito.
Schema patologico: ginocchio flesso e intraruotato, piede equino- valgo- pronato o equino varo supinato. As flesso al gomito, addotto, spalla antepulsa , avambraccio pronato, polso deviato ulnarmente, la mano è chiusa con pollice sottoposto. Funzione di carico in attività bimanuale.
Stazione eretta con recurvato. Appoggio della pianta del piede per modesta contrattura del tricipite. Altrimenti appoggia solo la punta con ginocchio flesso. La chirurgia funzionale migliora questo difetto.
FORMA ACQUISITA O INFANTILE:
natura vascolare o traumatica. Lesione tardiva : lattante, prima, seconda infanzia.
Piano motorio : rigidi con andatura falciante(abd extrarot anca) steppage (sollevamento emibacino e flessione accentuata della coscia) carico lateralizzato verso arto conservato. Per fissarsi usa: mano plegica. Per manipolare la utilizza sotto stretto controllo visivo.
Disturbi trofici non gravi, epilessia, disturbi del comportamento, paralisi del facciale spesso controlaterale
FORMA
DISTONICA(emidistonia)
schema tipico: retropulsione di spalla,
braccio flesso, addotto, gomito flesso, avambraccio supinato, mano
semiaperta che nel cammino veloce può arrivare sopra la linea
delle spalle: emibacino sollevato con abduzione extrarotazione della
coscia. Ginocchio esteso o iperesteso, tibia intraruotata,, piede
varo supinato. Distacco del piede con aumento della varo-supinazione
e presa di contatto con il suolo sul dorso delle dita. In
ortostatismo ginocchio sollecitato in recurvato con arretramento
dell’emibacino.
ATETOSI : 10%pci
senza fissa posizione: esuberanza motoria sottoforma di disordine ed eccesso di movimento (tetraparesi atetoide). Ipotonia a volte molto marcata, poi attività motoria disturbata da movimenti parassiti
Ferrari : forme discinetiche
Bottos: sindrome disarmonica e/o ipocinetica tipo 2
Sindrome disarmonica e/o dicinetica mista tipo 2 e 3
Bobath : tre forme di atetosi che hanno in comune la fluttuazione del tono:
atetosi pura: ipotono fluttuante e movimenti atetosici sptt distali
atetosi con spasticità: tono fluttuante da normale a ipertono
atetosi con distonie: spasmi distonici intermittenti, variazione di tono da ipo a iper, spasmi prossimali e movimenti distonici distali.
Tetraparesi atetoide: l’atetosi colpisce tutte le parti del corpo (sempre)
Eziologia: danno del sistema extrapiramidale per fattori prenatali, e/o perinatali , spesso da incompatibilità Rh
Quadro patologico:
movimenti disordinati, non funzionali
variabilità estrema del tono muscolare
difficoltà ad inibire il movimento
difficoltà a mantenere l’allineamento delle diverse parti del corpo (no scoliosi per continuo movimento)
vivacità di alcuni riflessi (galant, tac, tsc, tl)
disturbi percettivi (incompatibilità del sistema tattile- cinstesico, intolleranza delle superfici pelose, devono essere lisce)
difficoltà di coordinazione oculo-manuale
instabilità dell’errore : sempre diverso
raddrizzamento lento in direzione caudo craniale
OBIETTIVI:
contenimento della fluttuazione del tono ricercando la stabilizzazione (pompa al baclofene, da assuefazione e depressione, alla fine dell’accrescimentoper diminuire il tono e migliorare la disartria; tossina botulinica
tempestiva verticalizzazione: difficoltà a tenere i piedi in appoggio da seduto, prime manipolazioni in piedi per aumentare la stabilità
controllo della respirazione e del cavo orale, per evitare ristagno secrezioni e favorire la corretta deglutizione
ricerca della quiete posturale e una miglior tolleranza percettiva
posizionamento simmetrico che dia sicurezza al b.no.
facilitare la coordinazione oculo – manuale
valutare ortesi e ausili per la simmetria
Diversità fra atetosi e spasticità : differenti approcci riabilitativi
Per bobath : primo intervento è posturale: considerare la qualità di svolgimento della funzione, poi modificare la scelta del movimento attraverso un diverso modo di adattamento con l’ambiente che contribuisce ad ampliare il repertorio motorio e favorire un diverso reclutamento tonico.
Compensi : associazione visivo-tattile
Fissazione degli arti,
movimenti servomotori: scarico la motricità in eccesso da un lato che non utilizzo con movimenti afinalistici, e il lato più conservato realizza il movimento finalizzato.
Rischio: frustrazione e chiusura in sé, chiusura motoria.
Distonie:
m.ballici: rari con atetosi distale
m.coreici: prossimali, aumentano con le emozioni
m.atetosici: lenti, distali, veloci, prossimali.
La postura eretta è disturbata dai movimenti destabilizzanti
ATASSIA : senza ordine
Disturbo dell’esecuzione motoria nello spazio e nel tempo. Turba della coordiazione e della statica, disordine dell’integrazione nel tempo e nello spazio di schemi motori normali, interessamento delle vie cerebellari in assenza di lesioni motorie.
Disturbi Collaterali:
funzione visiva:
Nistagmo: dissinergia a carico degli occhi
Sguardo paretico: disturbo minore di paralisi dello sguardo (c’è l’intenzionalità), nel cogliere il bersaglio gli occhi fanno un movimento saccadico troppo breve e ritornano poi alla posizione di partenza , eseguono nuovamente una saccade (mov. Veloce) sembra che gli occhi non riescano mai a raggiungere il bersaglio.
Sguardo caotico: saccadi involontarie, ripetitive, caotiche, imprevedibili che persistono anche nel sonno. Saccadi accentuate nel tentativo di fissazione.
Dismetria oculare: inizialmente è ipermetrico, non coglie l’obiettivo ed esegue una saccade correttiva.
Linguaggio: scandito, rallentato, esplosivo, non prosodico per difficoltà a svuotare il mantice toracico e inccordinazione dei muscoli respiratori.
I pazienti arrivano al cammino : facilitazione percettiva con scarpe che rimbombano.
Caratteristiche principali dell’atassia:
reclutamento tonico – posturale inefficace
risposte posturali antigravitarie deficitarie
incoordinazione senso – motoria (no balance)
fare dei filmati per osservare l’evoluzione e confrontare la qualità del movimento
Obiettivi :
bambino:
aumento della stabilità posturale per facilitare l’interazione con l’ambiente in postura antigravitaria
aumento stabilità percettiva, utilizzare meglio il feedback e il feedforward
sperimentare l’autonomia nelle adl con eventuali ausili
n.B il bambino non impara dai propri errori
famiglia:
consigli per aiutare il b.no a compiere in modo economico e funzionale le adl
ausili per la postura e i trasferimenti
consigli per il riconoscimento dei bisogni del bambino e tempi di pausa necessari
ampliamento e cura delle diverse modalità di comunicazione del bambino
fisioterapista:
attenzione ad un corretto reclutamento tonico – posturale per ottenere la stabilità antigravitaria
facilitare la risposta di balance in statica e dinamica
facilitare la coordinazione del gesto
facilitare la coordinazione visiva ( problematica maggiore da piccoli; evitare lo specchio ma ricerca dell’aggancio visivo: pannello con diverse figure per ricercare aggancio ed inseguimento visivo, spezzare la componente della motricità oculare)
controllo della respirazione e della qualità dell’emissione vocale (musica)
individuare ausili per le adl
Forme Dispercettive:
difficoltà principale: disturbo percettivo : es. cammino solo con la sensazione della mano della madre sulla schiena
cadocado: difficoltà di acquisire le info dello spazio personale. Difficoltà nelle variazioni posturali, l’aggancio visivo può stabilizzare per poco la postura ma disagio dispercettivo.
tirati su: attenzione, info cinestesiche e senso di posizione, mantenimento della postura, difficoltà di tolleranza delle informazioni corporee e quelle del senso di posizione. Il b.no ignora la capacità di controllare la postura, solo il controllo visivo ne permette il contenimento
PARALISI OSTETRICA DI PLESSO
Intervento fisioterapico in base all’età e allo sviluppo psiconeuromotorio, deve essere il più precoce possibile!!
Obiettivi:
evitare che si instaurino deformità che limitino la funzionalità dell’arto paretico, perdita di mobilità articolare, retrazioni muscolotendinee, capsulolegamentose
prevenzione degli squilibri muscolari anteroposteriori(arto inerte addotto, intraruotato, gomito flesso
facilitare l’acquisizione di schemi corticali che coinvolgano in modo armonico l’arto paretico
2 tipi :
plesso superiore o Erb duchenne c5-c6:
deficit motorio : deltoide, bicipite brachiale, coraco brachiale, brachiale anteriore: deficit di abduzione spalla, flessione e supinazione avambraccio
deficit sensitivo : ipoanestesia della regione deltoidea e parte laterale del braccio e avambraccio (c5-c6) pollice e indice (c7)
atteggiamento dell’arto intraruotato, esteso e pronato al gomito, movimenti pendolari dovuti al tronco
plesso inferiore o klumpke c8-d1:
deficit motorio : m. intrinseci della mano, flessori mano e dita
deficit sensitivo: ipo/anestesia delle ultime due dita (c8) eminenza ipothenar, superficie interna dell’avambraccio.
Mano deformata a clava, perdita di flessione dita e mano, alterazioni ungueali, edema, cianosi.
Fase 0 _1 mese:
cura posturale (supina, di fianco), massaggio (stimolazioni tattili, termiche, pressorie) manipolazioni prudenti per intero rom, stiramenti per evitare la retrazione dei muscoli antagonisti a quelli paretici
tricipite: braccio esteso addotto, anteposto
piccolo pettorale fisso spalla in retroposizione
sottoscapolare: fisso margine esterno della scapola
gran dorsale: braccio in abduzione e d elevazione
gran pettorale: braccio abdotto, extraruotato
o-12 i muscoli extrarotatori sono deficitari: prevenzione della contrattura in intrarotazione:
stretching passivo in rotazione esterna: braccio addotto al torace, extraruotato, a gomito flesso: far ruotare l’omero per mantenere l’articolarità sui vari piani di movimento
fase 1_4 mesi:
obiettivo: ripresa attiva della flessione del gomito (bicipte) funzione chiave per escludere la chirurgia primaria:
mobilizzazioni, stiramenti(stretching no trazionamento es. apertura del pettorale, gomito polso flesso)massaggio, facilitazioni esterocettive(canali sensoriali per informazioni sul movimento) posizione di fianco, mano-mano, mano-bocca, coinvolgere l’arto paretico
avviamento alla posizione prona
uso:
automatismo, reazioni globali
reazioni di piazzamento
disimpiego dell’as da prono trazione con cautela
schemi motori equilibrati
stretching muscolare
minima resistenza per scatenare l’irradiazione
vojta
ATTENZIONE:
_6 sett: inquadramento clinico (solo stiramento?)
se l’attività del bicipite riprende: prognosi molto favorevole
se braccio flaccido: microchirurgia primaria
_3-4 mesi: no ripresa di flessione del gomito:
Microchirurgia
Educare all’integrazione dell’arto paretico nello schema motorio corticale
Valuto alterazione della sensibilità con:
ipersensibilità/pianto
indifferenza agli stimoli
Bendaggio funzionale: bendaggio a spirale di mano a gomito, supinazione avambraccio con cerotti o velcro.
¾ mesi-7 mesi
avvio all’uso funzionale della mano:
attività esplorativa e manipolativa, motricità fine dal 5 mese
attività di coordinazione
facilitazioni: prono, rotolamento, pivoting, rulli, palle
NB il bambino può risentire nell’organizzazione psicomotoria del mancato uso dell’as paretico
Uso dell’as come sostegno, equilibrio posturale
Gattonamento (per tempi più lunghi rispetto al normale)
7-12 mesi:
manipolazione con presa a pinza
da 12 mesi : attività ludiche, adl bimanuali
prevenzione di contratture in :
intrarotazione di spalla
flessione di gomito
pronazione dell’avambraccio
2-3 anni
stereognosi
4-6 anni:
prescrittura con mano preferita:
nuoto, allungamenti, p.n.f.
lavoro segmentario mirato controresistenza
problema di dominanza manuale
NB non può esserci scoliosi : problemi di basculamento della scapola, compensi
Ruolo del FT:
trattamento iniziale intensivo
insegnare ai genitori
contatti con ortopedico chirurgo esperto
fondamentale è il trattamento a casa
attenzione al linguaggio che utilizza il bambino
non ossessionare il bambino ma valorizzare l’autonomia raggiunta
SCOLIOSI :
patologia evolutiva che si manifesta con una deformazione tridimensionale del rachide ad eziopatogenesi multipla:
piano frontale: flessione laterale
piano sagittale: modificazione della curva
piano orizzontale: rotazione dei corpi vertebrali
può essere provocata da una retrazione asimmetrica dei muscoli della statica sptt spinali dorsali
spesso è indolore:
classificazione:
eziopatogenesi : idiopatica, congenita, acquisita
insorgenza: neonatale, infantile, giovanile, adolescenziale
sede curva primaria: lombare, dorso-lombare, dorsale, cervico-dorsale
angolo curva: inferiore a 25°, tra 35° e 45°, oltre 45°
Scoliosi idiopatiche: (80-88%), il 2% età pubere con prevalenza femminile (1:6)
Eziopatogenesi sconosciuta, si pensa multifattoriale (eredità, famigliarità, miopatie )
Gravità per: precocità di comparsa (più è precoce, più è grave) entità dell’angolo di curvatura, sede della curva, pousses dei crescita: picco puberario a 12 f e 14 m)
Scoliosi congenite : deformità : emispondili, dismorfia della cerniera lombo-sacrale, deformanti costali
Scoliosi acquisite: lesioni dell’app. neuromuscolare, lesioni toraciche, lesioni ossee sistemiche, lesioni della cartillagine di accrescimento dei metameri vertebrali
Cause: 15% pat. Note, 85% idiopatiche.
Scuola americana: deficit delle componenti neurologiche e scarso controllo del rachide nello spazio e alterazione della capacità posturale: limitazione funzionale, e accorciamento asimmetrico delle strutture
Scuola francese: l’affettività e l’emotività causano tensioni delle strutture corporee alterate e quindi dell’accrescimento
Osteopatia: mal posizionamento di atlante sull’occipite e scivolamento del condilo occipitale destro anteriormente. Compenso all’inclinazione laterale dx e rotazione a sx con rotazione a dx e inclinazione a sx dorsalmente.
Questo avviene nella prima infanzia
Anatomia patologica:
curva principale: prodotta dall’agente eziologico e può interessare tutti i distretti o le cerniere. Maggiori alterazioni strutturali vertebrali
curve secondarie o di compenso: sopra-sotto la principale per conpensarla
rotazione: tutto l’asse ruota attorno alla curvatura, torsione delle singole vertebre su se stesse: corpi lato convesso, spinose lato concavo.
Deformazione dei singoli corpi vertebrali: dalle sollecitazioni di carico e dallo sviluppo endocondrale asimmetrico
Deformazione del torace: gibbo costale posteriore per spinta sulle coste da parte delle apofisi trasverse delle vertebre dorsali che ruotano su se stesse; gibbo anteriore al lato della concavità della curva dorsale
Modificazione degli organi endocavitari: compressione e stiramento.
Curvatura con :
vertebra apicale: maggiori alterazioni
2 vertebre estreme: poste ai limiti della curva come vertebra di transizione fra curva principale e compenso
gibbo con o senza rotazione (pseudogibbo : da monitorare)
QUADRO CLINICO:
all’osservazione:
asimmetria scapolare
differenza di volume fra i seni
asimmetria dei triangoli della taglia
asimmetria creste iliache
gibbo costale dal lato convesso.
Scheda del paziente visto di lato, davanti, dietro, foto nelle singole posizioni a inizio e fine trattamento
Obliquità di bacino:
un ginocchio più flesso
un ginocchio più valgo
prevalenza emilaterale di carico
scoliosi conseguente.
Misurare l’altezza:
prima pubertà : crescita 1/3 vertebrale, 2/3 aa ii
pubertà: crescita 2/3 tronco, 1/3 aa ii
post pubertà : crescita 1/3 tronco, 2/3 aa ii
ragazze : da 1 a 2 = menarca
ragazzi: da 1 a 2 = caratteri sessuali secondari
PROGNOSI:
età del pz (più è giovane peggio è)
tipo di curva (dorsale è la peggiore)
grado di curva
la scoliosi si arresta quando è terminato l’accrescimento
importanza della diagnosi precoce e presa in carico (tecniche globali)
TRATTAMENTO:
chinesiterapico
ortopedico
chirurgico
1: rieducazione globale; metodo delle catene muscolari come Meziere: dismorfismi per retrazioni muscolari : lombarepsoas, diaframma, cervicaletrapezio, lungo del collo, toracicagran dorsale e gran pettorale
fondamentale ruolo dei muscoli della catena posteriore o muscoli della statica. Ritorno alla simmetria con stiramento catena posteriore, rotatori interni, liberazione del diaframma.
Rilasciamento muscolare attraverso lavoro isometrico statico o eccentrico con ricerca dell’elasticità perduta.
Riduzione della deformità con mobilizzazioni manuali da più operatori.
Per Meziere prima bisogna mantenere l’elasticità muscolare che frena le articolazioni. Occorre modificare la struttura muscolare per avere una funzione corretta. Meziere usa sptt la posizione supina e poco quella eretta
Souschard : catene muscolari:
inspiratoria : diaframma, intercostali
posteriore: spinali, grande gluteo, ischiocrurali, popliteo, tricipite
anterointerna spalla: sottoscapolare, coracobrachiale, gran pettorale
tecnica basata sull’allungamento e armonizzazione delle catene muscolari, importanza del diaframma per ridurre rigidità del rachide e iperlordosi
principi RPG:
individualità : individuo unico e indivisibile
causalità: dal trattamento risalire alla causa di malattia
globalità: ogni trattamento deve essere globale
RPG NELLE SCOLIOSI:
presa di contatto del paziente
presa di coscienza del corpo
ricerca disarmonie vertebrali
liberazione della tensione muscolare
tonificazione dei muscoli deficitari
correzione e integrazione nello schema corporeo
integrazione della correzione nei gesti quotidiani
TORCICOLLO CONGENITO:
difetto di posizione del capo che è inclinato e ruotato lateralmente con difficoltà a compiere alcuni movimenti.
Due tipi:
congenito osteogeno: malformativo raro. Malformazione del rachide cervicale con anomalie per difetto o riduzione numerica vertebrale. Atteggiamento viziato del collo alla nascita, collo tozzo con difficoltà di movimento e apertura della bocca, scoliosi. Massima gravità intorno ai 5 – 10 anni di vita. Terapia : contenere la deformità con apparecchi gessati, massaggi.. raramente si procede a intervento chirurgico
congenito miogeno:più frequente fra le malformazioni congenite. Alterazioni a livello del muscolo sterno-cleido-mastoideo (rotazione controlaterale del capo e flessione laterale omolaterale). Cause: trauma da parto, atteggiamento coatto in utero. Con ischemia del muscolo da compressione. Maggiore componente fibrosa del muscolo,asimmetria craniofacciale. il capo è più ruotato: capo sternale, è più flesso: capo claveare. Spesso è associato a scoliosi alta, asimmetria del volto per mantenere sguardo orizzontale. Alla palpazione il muscolo ha una consistenza tendinea
Terapia:
precoce: stiramenti passivi del muscolo accorciato, massaggi
a un anno : tenotomia : seziono il muscolo nella sua inserzione prossimale (mastoidea) e contenimento gessato, tutore ortopedico e fisioterapia
intervento chirurgico di allungamento a zeta.
Torcicollo
spasmodico:
contrazioni dolorose e intermittenti dello
sternocleidomastoideo trapezio con abnorme posizione del capo
Terapia:
tossina botulinica, farmacologica, chirurgica, psichiatrica
BENDAGGIO FUNZIONALE NEL BAMBINO:
paralisi ostetrica, piede torto congenito(equino-varo, metatarso-varo), torcicollo congenito
problematiche perché dovrebbe essere tenuto a lungo e deve essere rigido.
Scopo: contrastare lo squilibrio muscolare e rieducare gli schemi di movimento corretti
Paralisi ostetrica: inibire: pronazione, estensione gomito, extrarotazione spalla
Piede equino varo: facilitare i peronei e i dorsi flessori
Metatarso varo: facilitare la pronazione
Torcicollo congenito per interessamento del trapezio per inibire elevazione della scapola.
Da associare alle metodiche comuni di mobilizzazione, stiramenti, uso di tutori..
Controindicazioni: allergie, escoriazioni, deformità e retrazioni non possono essere modificate da un semplice bendaggio
PIEDE TORTO CONGENITO
:
isolato : idiopatico
Associato ad altre patologie(spina bifida, distrofia miotonica..): secondario
Patogenesi : legata alla patologia principale, si riconosce uno sbilanciamento dell’attività muscolare legato a un alterazione del muscolo, pacca nm, nervo, midollo spianale
Varietà:
equino varo supinato (86%)
valgo convesso (11,2%)
talo (1%)
Patogenesi:
di tipo meccanico, da atteggiamento viziato del piede nella vita intrauterina, e dalle pressioni della parete sul feto.(malformazioni uterine, gravidanze gemellari, fibroma..)non tiene conto della capacità del feto di cambiare posizione
causa embriogena teratogena: fattori che interrompono la crescita intrauterina
neuromiopatica: scompenso fra muscolatura peroneale e tibiale del piede.
Difetto di sviluppo osseo
Anomalie di vascolarizzazione
Trattamento riabilitativo:
piede come organo di movimento e di senso (raccolta delle info sensitive tattili, propriocettive e cinestesiche) nei compiti statici e dinamici( sostegno, equilibrio, bilanciamento)
il piede è l’ultima sede degli adattamenti interni (lunghezza muscolare, forza..) e di quelli esterni (caratteristiche del terreno) = approccio multidisciplinare
Tempi di trattamento :
precoce: o – 3 mesi
intermedio: 3-9 mesi
tardiva: 9-12 mesi
fase degli esiti : 1 anno termine crescita somatica
Strumenti:
gessi correttivi
ortesi statiche e di posizionamento
ortesi dinamiche (molla)
bendaggio funzionale
tecniche fisioterapiche
Fase precoce:
- Valutazione clinica del difetto per testare la riducibilità e la correggibilità, intervento chirurgico o uso di gessi correttivi oppure ortesi : diverse prove
si preferiscono le ortesi perché possono essere modellate e facilitano la fisioterapia, permettono momenti di motricità attiva evitando l’ipotrofia; vanno rinnovate e controllate: due tipi:
confezionate: deformità lievi: scarpette articolate a molla o tenditore. Oppure ortesi kafo o afo.
Su misura: confezionate sul segmento con materiale termoplastico
Utilizzo transitorio del bendaggio funzionale
Trattamento fisioterapico:
scopi diversi a seconda che l’intervento sia:
chirurgico
conservativo
intervento conservativo:
elasticità tessuti molli
riallineare i rapporti osteoarticolari delle articolazioni del piede
contenere lo squilibrio muscolare attivando i muscoli eversori ed estensori del piede equino varo, attivare gli inversori per il piede talo valgo
rendere più elastica la cute in prossimità dei solchi
strumenti terapeutici:
stretching muscolare passivo di mobilizzazione
mobilizzazioni e manipolazioni, docce di posizionamento
facilitazioni esterocettive e neuromiuscolari
evocazione di risposte riflesse
massaggio
massaggi pressori e frizioni in prossimità dei solchi
Modalità di esecuzione:
- stretching: manovra di allungamento dei muscoli più forti che risultano accorciati ma non retratti per ripristinare la loro lunghezza. Manovra lenta e dolce con mantenimento dell’allungamento per almeno 15 secondi. Evita attivazione del riflesso miotatico da stiramento, dolore.
Far precedere lo stretching dal bagno caldo per favorire il rilassamento aumenta la temperatura e la cedevolezza del t. muscolare.
Piede equino varo: tricipite surale,tibiale posteriore, adduttore alluce, estensore alluce
Piede valgo-convesso : tibiale anteriore, peronei, estensoe dita
Deformità a colpo di vento con un piede varo supinato e uno valgo pronato con asimmetria posturale di tutto il corpo.
mobilizzazione: movimento passivo nel rom, a bassa velocità e interesserà i vari settori del piede a seconda del caso.
Piede varo- supinato: prima abduzione, poi extrarotaz avampiede , flessione dorsale TT e pronazione
manipolazione: escursione articolare di piccola ampiezza eseguita a fine rom ma mel range anatomico
facilitazione esterocettiva: piede varo- supinato: stimolo i muscoli peronei, estensore delle dita e abduttore v dito. Piede valgo-convesso : stimolo il tibiale posteriore e il tricipite surale. Ausilio: spazzolino da denti
evocazione di risposte riflesse:evocare il movimento in risposta a stimoli che inducono i riflessi. Sfrutto la reattività del neonato ad alcuni riflessi:
reazioni di sostegno
prova di attitudine statica
riflesso di triplice flessione
reazione dorso laterale del piede
manovra di collis
massaggio: sfioramento centrifugo di tutto l’arto inferiore per indurre una triplice flessione; in direzione centripeta per attivare estensore comune delle dita.. Infant massage per stimolare l’attaccamento
trattamento chirurgico:
equino: allineare il metatarso risolvendo il varismo
obiettivi:
rendere più elastici i tessuti molli a livello della fascia plantare
allineare i rapporti articolari sptt a livello metatarsale
attivare gli estensori ed eversori del piede
rendere più elastica la cute nei solchi
strumenti:
mobilizzazioni e stiramenti
mobilizzazioni e ortesi
facilitazioni esterocettivi
evocazione di risposte riflesse
massaggio
scopo principale: preparare la cute e mantenere il rom (preoperatorio)
Efficacia del trattamento:
in base a :
frequenza con cui è eseguito
FASE TARDIVA:
tra i 9 e 12 mesi
acquisizione della stazione eretta e primi passi
valutazione dello stadio del bambino : per b.no con piede allineato o trattato chirurgicamente scarpe normali, per bambino non trattato scarpe speciali. Valgo –convesso: calzature sopramalleolari con forti semirigidi bassi ed eventuale plantare per evitare la valgo pronazione.
Attenzione a :
fase di contatto tallone –terra
rotolamento del piede
sollecitazione anormale alimentata dalle residue deformità statiche o dinamiche o a carico della tibia
esercizi in stazione eretta
esercizi di equilibrio, di carico
stretching e manipolazioni solo se sussiste rigidità ai gradi estremi di mobilizzazione sptt della tibiotarsica
al termine del primo anno di vita il bambino deve essere in grado di usare i piedi per le funzioni anitgravitarie
FASE DEGLI ESITI :
alcuni piedi equini- vari- supinati tendono a recidivare durante lo sviluppo somatico e staturale e richiedono interventi chirurgici oppure l’utilizzo di ortesi .
controllo dello sviluppo con controlli periodici a 6-12 mesi per verificare la crescita del piede e dell’arto inferiore (se è omolaterale il piede deformato può crescere in misura minore.)
ricomparsa della deformità a causa della tibia vara e intraruotata. Se le calzature ortopediche non sono sufficienti adottiamo le ortesi di posizionamento (a doppia spirale per contenere la varosupinazione dell’avampiede e varismo del retropiede, contenimento del piede che tende a cadere per deficit dei dorsiflessori) compenso all’ipometria e alla tendenza in recurvato del ginocchio se è lieve
trattamento fisioterapico post operatorio in base a tempi di intervento e immobilizzazione.
MIELOMENINGOCELE : sindrome malformativa dovuta alla mancata chiusura del canale midollare durante la gravidanza.
la disabilità motoria è frutto di fattori primitivi o secondari, periferici o centrali, isolati o associati ( paralisi periferica sensitivo-motoria tipo 1 e2 , malformazioni primitive dell’apparato locomotore, deformità secondarie dell’app.locomotore, paralisi centrale (pci…))
Paralisi periferica : a volte segue i metameri a volte è a sella. Livello lesionale: il livello più basso di innervazione funzionale del muscolo( forza =3)
Due forme :
Flaccida : assenza di tono muscolare, assenza di contrazione muscolare e riflessi sotto un det livello midollare, compromissione parziale o completa della sensibilità.(lesioni lombari basse e sacrali)
Riabilitazione : recuperare la forza muscolare che può essere spesa funzionalmente nella deambulazione, nei compiti antigravitari, ricercare sptt il bilanciamento muscolare.
Spastica : è presente attività contrattile, tono e trofismo, qualche riflesso . Incapacità di evocare volontariamente la singola contrazione. Il tono muscolare può essere aumentato in alcuni distretti. Sptt per lesioni alte. Comporta maggiori problematiche.
Perdita della sensibilità : aree di anestesia e aree di iposensibilità. Sono possibili recuperi anche ad anni di distanza
La paralisi sensitiva può aggravare la paralisi motoria con:
piaghe da decubito
mancanza di afferenze sensitive per il movimento
alterata immagine corporea
impedisce interiorizzazione delle ortesi
comparsa di turbe vasomotorie
insensibilità al dolore
Malformazioni primitive : da posizionamento statico in utero: alterazioni primitive di scheletro e muscoli, paralisi motoria periferica o centrale
Deformità secondarie : acquisite durante la crescita per: sbilanciamento muscolare, retrazione dei muscoli forti, anomalie di crescita dei segmenti e delle parti molli, influenza delle malformazioni congenitechirurgia ortopedica funzionale
Paralisi Centrale (malformazioni congenite, componenti infiammatorie e degenerative, idrocefalo, trauma da parto.) la presenza di una pci compromette il recupero del bambino.
Riabilitazione: definire il livello lesionale e le capacità di recupero.
Cammino con le fes con stimolazione diretta sul muscolo, ortesi di tipo argo, hkafo, thkafo., e ausili ortopedici : bastoni, deambulatore. Cammino sfruttando il peso: è possibile muovere anca, ginocchio, TT sfruttando l’andamento del muscolo nel senso opposto, sfrutto i vincoli articolari naturali: es iperestensione del ginocchio. I muscoli accorciati vanno allungati con degli stiramenti lenti e graduali, mobilizzazione articolare per mantenere l’articolarità, educazione posturale del paziente, ricorrendo ad opportune ortesi statiche o dinamiche o di posizionamento. Insegnare al b.no i corretti compensi che egli può utilizzare.(mantenimento con educazione posturale e igiene motoria).
In base al livello lesionale c’è il modello ideale di stazione eretta e cammino, e delle ortesi da adottare.